È di certo una delle più antiche del paese. Dedicata a San Rocco è divenuta sede di una congregazione religiosa, una disciplina di cui è rimasto il ricordo nel nome del vicolo attiguo al cui inizio essa si trova; vicolo che già nelle mappe più antiche è indicato come “Vicolo Disciplina”. Lìattribuzione certa della sua costruzione è nebulosa ma si presume la datazione e conseguente suo maggior periodo di fulgore attorno al 1400-1450.
È di questo periodo la presenza di affreschi constatati da perizie d’esperti.
Questi affreschi, strappati in passato, di cui riferiremo, sono stati protagonisti di alterne e dubbie vicissitudini che hanno accompagnato la storia di questa chiesetta e il suo continuo quanto furbesco passar di mano in mano. Fino al suo continuo e inarrestabile abbandono e spogliazione, riducendola fino a qualche anno fa ad un rudere e portata allo stato attuale con una inappropriata destinazione d’uso.
Questo intervento, se l’ha salvaguardata esternamente, ne ha stravolto e alterato profondamente la sua destinazione iniziale, facendola divenire di propietà privata, e quindi sottratta all’intelligente fruizione collettiva e i cui dipinti, ora strappati, ci danno la certezza di aver perso un autentico gioiello.
Notizie storiche a noi pervenute:
22 settembre 1565 vi è la visita pastorale del Vescovo Bollani Domenico. Negli atti di tale visita trascritti dal Guerrini non risultano purtroppo note di tale oratorio, anche se si ritiene possa già da tempo essere esistita come sede dei disciplini e quindi, non essendo prettamente sotto la giurisdizione ecclesiastica, non ne sia stata riportata testimonianza.
14 settembre 1572: come seguito alla relazione, nel libro Primo del Bollani troviamo la prima testimonianza storica della sua esistenza, tramite uno scritto di Mons. Cristoforo Pilati che recatosi in visita pastorale afferma: “Oratorio Disciplini, al culto di San Rocco. Ad altare si faccia un gradino di legno e venga dipinto: si ponga sopra una pietra sacra secondo la forma e venga coperto da una tela, si faccia telaio di legno per apporre il paliotto”. Giovan Maria uno dei confratelli, massaro della Disciplina, chiamato rispose: “Questa Disciplina non ha beni eccetto le elemosine che si raccolgono giornalmente. Ha 13 confratelli maschi e 22 donne ed ha i suoi ordini (regole). Si celebra messa nella festa di San Rocco, vi si recita l’ufficio consueto per i fratelli defunti. Ai funerali di ciascun confratello si celebra la messa con l’elemosina consueta. Ogni anno nel tempo pasquale, si mutano i governatori, si fanno i conti alla presenza del parroco e poi fanno un convivio caritativo vestendo i simboli della confraternita. Nel predetto oratorio si tiene la dottrina cristiana delle donne e fanciulli”.
Questo “convivio Caritativo” di cui si accenna erano manifestazioni in cui si distribuivano dei pasti ai più bisognosi ma diventavano anche occasione di un pasto più importante per gli stessi confratelli che, non avendo spazi a disposizione, utilizzavano l’ambiente della chiesa quale luogo di ristoro; cosa questa non ben sopportata dalle autorità ecclesiastiche del tempo che ritenevano fosse svilito il luogo della preghiera.
1580 – marzo, il 17 a Pedergnaga, il 18 a Oriano.
Visita pastorale di San Carlo Borromeo arcivescovo di Milano sul nostro territorio. Visita nell’ordine Cremezzano, Oriano, Pedergnaga, Scarpizzolo e dalla copia dell’originale resoconto della visita troviamo scritto: “Die XVIII Martj 1580 – Oratorium S.Rochi scolarium disciplinatore, garum, ac inornata, sus quo ese alius Oratorii carum cum camino, Ridditus nullus habet. Debita disciplinatori habet regulas non comprobatas. Et di eius crediti ne di constat”.
(L’Oratorio di San Rocco, scuola di Disciplini è piccolo e disadorno, sopra il quale vi è un’altro Oratorio piccolo con camino (focolare). Non ha alcuna fonte di reddito, la scuola dei disciplini non ha regole approvate e non è certa la sua fondazione).
2 Novembre 1581 – Nei successivi decreti di San Carlo Borromeo, redatti l’anno dopo la sua visita pastorale, egli per questa chiesetta di San Rocco, e per i suoi Disciplini, così dispone: “In Oratori St.Rocchi, relegatur ad forma… rerum altare collatur et missa ibi necelebratur”. (Sia ricondotto alla linea di condotta delle disposizioni, ma l’altare sia trasportato via, e le messa non vi sia celebrata).
1610. In questo anno i confratelli dei Disciplini erano in numero di 20 unità, come risulta dal Catastico di GiovanniDa Lezze, il patrizio Veneto eletto nel 1608 Podestà di Brescia che così scrisse nella sua relazione per la Repubblica di Venezia (in quello che risulta il primo tentativo di ordinamento catastale, atto ufficiale di censimento di una terra, quella Bresciana appunto, dal 1426 dominio di terraferma di Venezia e considerata terra di confine e solo più tardi considerata a tutti gli effetti “lombarda”).
“ Oriano, terra lontana dalla Città 18 miglia et dal fiume Oglio 5 , in pianura , confina con Scarpizzolo, Pdernello , Cremezzano , et Pedergnaga di circuito buon mezzo miglio , et il territorio tre Fuoghi n° 100, anime 600 de quali utili 166 ” ……Chiesa diS.Maria Pieve, officiata da un R.do prete con entrata de 500 ducati che cava da terreni. Chiesuola di S.Rocco, dove si riducono I disciplini in n° di 20 ”.
1621: Anno nel quale la disciplina erige una sua tomba ; una lapide sepolcrale nel salone Don Bosco attiguo alla chiesa di Oriano reca un’iscrizione sui Disciplini ivi tumulati in questo secolo , lapide su cui é inciso.
1621
SEPULC.M SOCIET.S DISCIPL.RE
S.TI ROCHI TERRE
ORIANI.
Anno 1714 , 30 aprile : durante la visita pastorale del Vescovo di Brescia , il Cardinal Badoaro ( 1706- 1717) il parroco donstefano sambrini , lascia uno scritto in cui tratta dell’oratorio san rocco.” nella mia parrocchia , vi è oltre la parrocchiale , la chiesa , ovvero Oratorio di San Rocco con i suoi disciplini , dichiarato canon.te eretto come sopra ho detto dall’ill.mo Arc.vo S.Carlo Borromeo , ed aggregato in cui vi é un solo altare . Ha d’entrata all’anno incirca a piccole £. 400”.
Importo modesto e comparate alle entrate del S.S. Sacramento e alla Scuola del Santo Rosario , quantificate in £. 825, e £ . 1066.. ; importi resi comprensibili dal proseguo del resoconto di Don Sambrini:
“ Da molti anni in quà sono state dissipate le sue entrate , e non si é adempiuto alli suoi legati: perchè a cagione delle milizie e guerre passate che infestavano queste terre, si erano dispersi li suoi Confratelli e parte morti;ond’ebbero libertà alcuni usurpatori dè suoi beni di maneggiare l’entrate a loro arbitrio.”
vi è in questa relazione una testimonianza ai fatti guerreschi che hanno caratterizzato il periodo precedente con saccheggi e incuesioni di mercenari , periodi funestati anche da peste .fatti , ricchi di un disordine che consentiva anche ai feudatari locali forti del loro petere giurisdizionale , di interferire e condizionare l’opera del clero nei loro possedimenti, cosa che con certezza successe anche per l’oratorio di san rocco , di fatto autonomo e non sotto tutela della chiesa parrocchiale e divenuto oggetto delle attenzioni di qualche potente. La relazione prosegue con:
“ Ora finalmente si sono di nuovo radunati li Confratelli ,e conseguent,te si va rimettendo il buon ordine : e per soddisfare alli legati , sono già pronti li danari destinati alla celebrazione delle messe , e si darà principio in breve , a cenni di sua Em.za. ; quest’Oratorio , dunque , o Disciplina ha gli obblighi inf.ti cioé ;
“ Ha l’obbligo di far celebrare tante messe, ovvero uffizi, quand’é l’usufrutto dell’eredità del Sig. Domenico Milanese come nel suo test.to vo.to per l’to Uberto Uberti il dì 24 marzo 1650.”
“ Ha l’obbligo di spendere in tante messe l’anno , usufrutto del capit.le di picc.le £ 450 qual’è l’eredità della sig.ra Giulia Bussi , detta la Pompitia , come in suo test,to rog,to dal sig. GioAntonio Uberti , 4 Ottobre1684.“ Ha l’obbligo di spendere in tante messe cinque parti dell’usufrutto di picc,le £. 300 quali sono state acquisite dall’eredità del Sig.D.Franco Ferrari , restando la sesta parte alla chiesa x paramenti e cera , come da suo test.to rog.to dal sig. Uberto Uberti – 9 Agosto 1666.”
Sono questi alcuni legati , conservati nell’archivio parrocchiale , fra I quali spicca quello di Uberto Uberti, notaio di Oriano che redasse in pratica tutti gli atti descritti- come farà agli inizi del ‘700 un suo omonimo;
“ Ha l’obbligo di far celebrare una messa perpetua ad………x legato del sig.Uberto Uberti, come per suo ultimo test.to rog.to dal sig. Sup.re Gandino not.io in Quinzano – 20 Ottobre 1686.Il Cappellano deve essere prescelto da discendenti del sig. Testatore , tanto maschi , come femine, essendovi fra essi qualche sacerdote .La facoltà di eleggerlo l’ha il sig.Arc.te x° tempore , uno della casa Uberti , et il priore de Disciplini , la Limosina , secondo il pratticato della Parrocchiale , e più folto un soldo di più secondo ai tempi , a giudizio delli tre suddetti.Con obbligo preciso delCappellano di servire alla Parrocchiale .Di questo legato sono piò sedici incirca di terra venduti in cup.le di scudi N° 1680” “ Ha l’obbligo di spendere in tante messe cinque parti dell’usofrutto di picc.le $ .300; quali sono state acquistate dall’eredità del Rev.sig. Don Franco Ferrari, restando la sesta parte alla Chiesa x paramenti e cera come x suo test.to rog.to dal sig. Uberto Uberti – 9 agosto 1666.”
1791Visita pastorale di Mons.NANI
L’Oratorio seppur chiuso per mancanza di un sacerdote officiante , era il luogo “ ove venivano a congregarsi tutte le feste dei Disciplini , vestiti di bianco e taciturni a titolo di devozine “ e “ ove vi si teneva inoltre a dottrina delle donne “ ;
Mons. Nani decretò al parroco don Benedetto Bonomi , che tale pratica , per il poco spazio a disposizione fosse trasferita nella Parrocchiale.” Previa tamen solita tela” espediente per dividere la zona della dottrina degli uomini da quella delle donne , mediante stesura di una tela divisoria .
1813- 30 Aprile -2 Maggio Visita pastorale Mons.Nava.
Egli visita l’oratorio di San Rocco da poco riaperto all’uso dopo essere stato chiuso per ordine della pubblica autorità e troviamo trascritto ;
“Indi si è portato a visitare l’oratorio di San Rocco poco distante dalla parrocchia , ove alla celebrazione della messa mancan sopra l’altare due delle tre richieste tovaglie”
1898 Anno del Sinodo Diocesano;
Il sinodo non veniva convocato da ben 200 anni , é accompagnato dalla visita pastorale di Mons. Corna Pellegrini che relaziona altre all0o stato della Parrocchia, dell’Oratorio di San Rocco ,che risulta riaperto , cosicchè I Confratelli si riuniscono “ per celebrare la B.V. Maria ogni festa “ . “ Risulta noltre che vi si niunissero in quest’Oratorio , oltre ai Disciplini , anche i terziari di San Francesco, i devoti di San Luigi e quelle di S.Angela Merici, la santa bresciana fondatrice delle Orsoline” .
1911- L’allora parroco Don Francesco Zentili , opera modifiche e ristrutturrazioni alla chiesetta di San Rocco che stava pian pianocadendo in disuso.
Ai disciplini risultano subentrati I confratelli del S.S.Sacramento nella celebrazione delle funzioni religiose, ma che non contando su nuovi adepti , andavano assottigliandosi pian piano , non riuscendo a sostenere le spese di manutenzione e decoro della chiesa , fino a giungere al 1938 , anno della loro definitiva scomparsa .
1938
anno della visita pastorale di Mons.Giacinto Tredici, che lascia una relazione dalla quale apprendiamo che la chiesetta di San Rocco era in disordine , ma che ospitava un dipinto importante ( si ignora però quale fosse ) definito monimento nazionale dalla Sovrintendenza dei beni culturali.
E’ culturalmente triste ed umiliante vedere quello che sarebbe stato il più importante frammento di patrimonio artistico ridotto a contenitore di tutt’altra valenza artistica.
Perchè asseriamo ciò ? E con quali criteri ci inducono a valutare questa perdita artistica per San Paolo ?
I ricordi dei nostri predecessori saranno alquanto sopiti per ricordare ciò che è stato disperso, ma ci é dato di rendere fruibile a tutti , almeno nell’immaginario artistico di ognuno , un’elencazione “ basata su presisi atti “ che testimoniano il furbesco passaggio di mano dei dipinti , affreschi e tele che ha depredato con scempio irrecuperabile tale sito.
Vi è un atto di vendita della Chiesetta , con rogito notarile N° 8406 di rep.rio gen.le Nà 4575 redatto il 13 Settembre 1967 dal Dr.Casari Giuseppe , notaio di Brescia per il cui acquisto é stato offerto , e accettata la cifra di £. 600.000.
un mese dopo ,l’acquirente “ avendo la proprietà della ex chiesetta di San Rocco di Oriano di San Paolo concede e dona personalmente a :: :::::: :::::::::::”
Il quale 15 giorni dopo , personalmente e con sorprendente rapidità vende tuttoal pittore Pietro Manenti di Castrezzato , per un a ingentissima somma , il quale pittore si affretta a ritirare in toto , tutto il materiale artistico. Cosicché lo scempio si conclude.